La scelta etica delle aziende italiane
Tra gli obiettivi imposti dalla Strategia Europa 2020 è contemplata la transizione verso un’economia circolare che presuppone il riutilizzo e il riciclo dei materiali e prodotti esistenti.
Non sono poche ad oggi le imprese italiane che si occupano del riciclo dei metalli, e sembra quasi che sia una scelta guidata non solo dalle strategie aziendali ma anche dall’etica. Sono molti i vantaggi, infatti, è un’attività che consente di smaltire rifiuti senza danneggiare l’ambiente e di risparmiare sotto il profilo economico siccome i costi di recupero sono decisamente inferiori rispetto a quelli di estrazione.
L’ostacolo: la burocrazia italiana
Ai vantaggi però, si sommano il peso della burocrazia italiana che complica il processo di smaltimento e lo rallenta e l’esiguità delle risorse finanziarie previste dal Recovery Plan; aspetti non di poco conto che potrebbero scoraggiare le aziende, anche quelle più virtuose. A tal riguardo le imprese del settore attendevano in realtà interventi più incisivi.
Il decreto Governance, attualmente in discussione presso la Camera dei Deputati per essere convertito in legge, ha previsto modifiche al testo unico ambientale in tema di transizione ecologica, disposizioni su rifiuti e autorizzazioni, rappresenta un tentativo di semplificazione e di agevolazione, ma non risponde concretamente alle esigenze del settore.
L’Italia supera gli obiettivi dell’Unione Europea
Nonostante ciò, l’industria italiana ha già superato gli obiettivi posti dall’Unione Europea oltrepassando la soglia del 70%. Infatti, si classifica al secondo posto, dopo la Germania, e si conferma anche per il 2020 un’eccellenza a livello europeo. Sono state riciclate 47400 tonnellate di imballaggi in alluminio, corrispondente al 68,7% delle 69000 tonnellate immesse sul mercato, a cui si sommano altre 4500 tonnellate di imballaggio destinato alla termovalorizzazione. Questi sono risultati frutto di un attivo lavoro delle imprese, risultato che ha prodotto benefici importanti per l’ambiente in quanto ben 355000 tonnellate di anidride carbonica non sono state emesse e si è registrato un risparmio di energia pari a 153000 tonnellate equivalenti di petrolio.
Tali dati sono stati presentati nel corso dell’assemblea annuale del CIAL – Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio, a cui hanno partecipato 250 imprese consorziate.
Il lavoro svolto dalle imprese ha rivelato che sono un modello per un’economia sempre più incentrata sulla salvaguardia dell’ambiente, un’economia che si pone come obiettivo non solo la riduzione e il riciclo dello scarto, ma anche la massima valorizzazione dei prodotti utilizzati; e in questo le aziende italiane sono protagoniste.
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