Rottami ferrosi, smaltimento difficile
Si fa presto a dire “buttala quell’automobile”, ma non è così semplice. O meglio, se è semplice è solo perché esiste una vera e propria cultura della rottamazione del ferro. Infatti, al di là dei costi privati o dell’impegno individuale richiesto per una tale operazione, le vetture sono la 70% composte di materiali ferrosi. Insomma, occupano una parte importante dei rifiuti metallici insieme a tutti gli altri veicoli (navi, aerei, treni), ma anche agli imballaggi in acciaio usati nelle attività civili, industriali, artigianali e commerciali. Per esempio i barattoli del sugo, le scatolette di tonno, le bombolette spray. Fino ad arrivare a pentole, chiodi, forbici e molti altri piccoli oggetti. Si tratta sempre di materiali difficili da smaltire perché tutti i rifiuti che contengono ghisa, acciaio e ferro hanno un elevato impatto sull’ambiente.
Smaltimento regolare
Per tale ragione esistono diverse normative, europee e nazionali, che disciplinano in modo abbastanza stringente le modalità e per rottamare il ferro, o oggetti che lo contengono, si devono seguire procedure prestabilite. È sempre possibile portare i rifiuti in una discarica specializzata, ma non basta. Bisogna compilare formulari e documenti in cui si dichiara di aver seguito tutte le prescrizioni della legge. Per quanto riguarda automobili, per esempio ci si affida ad aziende specializzate iscritte ad un Albo. Si tratta di aziende a cui ci si rivolge proprio per smaltire i rottami ferrosi velocemente e senza infrangere la legge o comunque commettere illeciti. Per esempio, per il recupero dell’acciaio in Italia c’è il consorzio di filiera che di chiama “RICREA”, che ha proprio l’obiettivo di favorire e promuovere il corretto trattamento dei rifiuti in acciaio, sia di tipo industriale che da utenza privata.
A norma di legge. Veloce
In Italia c’è il Decreto del Ministero dell’Ambiente del primo febbraio 2018 che traccia le linee guida a cui le imprese di smaltimento si devono attenere. Si tratta, sostanzialmente, di 4 formulari (di cui uno solo al cliente) da compilare in un solo giorno e che, rispetto a quanto previsto dalla normativa precedente, velocizzano e rendono assai meno pesanti gli adempimenti burocratici. Ad oggi il cliente può così disfarsi in poche ore e senza troppi intoppi dei rifiuti ferrosi. Per quanto riguarda i rifiuti industriali, poi, la nuova disciplina consente alle imprese di fluidificare in processi e rendere meno complicate le attività. Si tratta, per esempio, del siderurgico, del metallurgico, ma anche delle imprese manifatturiere, che utilizzano o producono macchinari industriali.
Scegliere che fine fare
La ditta di smaltimento può comunque decidere in totale libertà se recuperare i rottami (per l’acciaio questo accade nel 63% delle volte, e si tratta del materiale più riciclato al mondo). O invece smaltirli. Cosa che comunque accade sempre meno frequentemente, visto che non è conveniente avere delle discariche di ferro. Al massimo, è bene creare dei depositi dove “parcheggiare” questo prezioso materiale che può poi essere riutilizzato.
Per il dizionario della lingua italiana un “rottame” è una cosa rotta, inservibile, anche con valore iperbolico. Ma in questo caso l’italiano non è perfetto, perché un rottame di ferro può avere una nuova vita. E deve, sempre e comunque, terminare dignitosamente la propria.
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