Se il 2020 sarà ricordato per gli effetti depressivi della pandemia e per la successiva rapida ripresa globale, dell’anno che si sta chiudendo si archivierà il confortante andamento delle variabili macroeconomiche in concomitanza, peraltro, di criticità persistenti e insorgenti che rischiano di rallentare e indebolire la crescita. La prima e più decisiva criticità di carattere continuativo è rappresentata dall’emergenza sanitaria indotta dalle ondate epidemiche, che tuttora provoca apprensione e non esclude l’eventualità di nuovi lockdown sebbene non generalizzati come lo scorso anno.
I trend dal 2020 ad oggi
Si deve proprio alla pandemia l’origine di quel profondo squilibrio tra domanda e offerta di materie prime del quale si avvertono ancora pesantemente gli effetti. Dal secondo trimestre 2020, infatti, la corsa agli accaparramenti da parte delle imprese cinesi, che anticipò la potente domanda espressa dal mondo tornato a produrre a pieno ritmo, ha impresso un violento movimento rialzista ai prezzi dell’intero complesso di materie prime oggetto di trasformazione a livello planetario. Una domanda ancor’oggi insistente a fronte di un’offerta fattasi sempre più contratta a causa delle chiusure di miniere e di impianti imposte dai blocchi operativi, ma anche conseguente alle difficoltà logistiche internazionali. Il disallineamento tra disponibilità e richiesta di materiali basilari è così andato acuendosi, sostenendo le quotazioni delle commodity anche nel 2021.
Materie prime
Il fenomeno del caro materie prime trova conferma nella figura 1, che riporta la dinamica del Dow-Jones Commodity Index, parametro sintetico dell’andamento dei prezzi di un paniere di materiali di base quotati sui principali mercati mondiali. All’indice generale (riferito all’ordinata destra) il grafico abbina le dinamiche di due suoi sottoinsiemi, entrambi riferiti all’ordinata sinistra: il complesso delle materie prime energetiche (petrolio, gas, combustibili) e l’insieme dei metalli ferrosi, non ferrosi e preziosi. Le tre dinamiche evidenziano con chiarezza le conseguenze del crollo delle attività economiche e del commercio internazionale durante il primo trimestre 2020 e la successiva riscossa con il forte aumento della domanda di materie prime e delle relative quotazioni al quale ha contribuito, come si commenterà qui di seguito, il boom dei costi logistici ed energetici. Dal primo autunno 2021 si segnala lo storno delle tre curve: un indizio del possibile avvio di una stabilizzazione dei prezzi come diretta conseguenza del progressivo esaurimento della forza propulsiva espressa nei mesi precedenti: in tabella 1 il riassunto delle performance generali.
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