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COME SIAMO ARRIVATI ALL’ECONOMIA CIRCOLARE?

L’ECONOMIA CIRCOLARE PER I METALLI (PARTE 1)

COS’E’ L’ECONOMIA CIRCOLARE

Scuro Chiaro

L’accezione di economia circolare può essere ricondotta a diverse correnti di pensiero; è difficile stabilire una data certa o un autore particolare da cui ha avuto origine quest’idea, dal momento che il fatto di trarre ispirazione dai processi biologici dei viventi è un modello di pensiero risalente nel tempo. Le applicazioni pratiche ai sistemi economici moderni ed ai processi industriali risalgono agli anni ’70. L’idea di un circuito circolare dei materiali venne presentata nel 1966 da Kenneth E. Boulding nel suo articolo “The Economics of the Coming Spaceship Earth”. Nel 1976, in un rapporto presentato alla Commissione europea, dal titolo “The Potential for Substituting Manpower for Energy”, Walter Stahel e Genevieve Reday delinearono la visione di un’economia circolare e il suo impatto sulla creazione di posti di lavoro, risparmio di risorse e riduzione dei rifiuti. La ricerca venne pubblicata nel 1982 nel libro “Jobs for Tomorrow: The Potential for Substituting Manpower for Energy”.

La promozione dell’economia circolare venne identificata come la politica nazionale nel 11º piano quinquennale della Cina a partire dal 2006. La Ellen MacArthur Foundation, un ente indipendente nato nel 2010, ha recentemente delineato l’opportunità economica di questo modello.

I maggiori obiettivi dell’economia circolare sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti. Insiste inoltre sull’importanza di vendere servizi piuttosto che prodotti, in riferimento al concetto della “functional service economy”, che rientra nella nozione più ampia di “performance economy”.

DALL’ECONOMIA LINEARE ALL’ECONOMIA CIRCOLARE

Dal significato originario di economia (“amministrazione della casa”) si è passati a intendere il termine all’interno di un sistema globale di pensiero in cui si distinguono in particolare l’economia lineare e l’economia circolare.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo le innovazioni tecnologiche favorite dal crescente sviluppo scientifico hanno incrementato la produttività e hanno favorito il progredire dell’economia lineare.

L’economia lineare si basa sulla produzione di prodotti (dotati di un certo valore) per ricavarne un profitto, che è il risultato della differenza tra costo di produzione e prezzo di mercato. L’obiettivo primario di ottenere maggiori profitti induce a innovare le tecnologie per avere un aumento della produzione, e, allo stesso tempo, porta a vendere i prodotti a costi i più bassi possibili.

L’economia lineare comprende flussi in entrata input, ovvero fattori produttivi (capitale, lavoro, terra, materie prime e fonti di energia) necessari per alimentare il processo produttivo, e flussi in uscita output (prodotti e servizi offerti sul mercato).

Un ruolo centrale nell’economia lineare è dato dal ruolo del mercato caratterizzato da una forte competitività e che detta le regole sia della produzione che della vendita. L’adeguamento della produzione alla domanda di mercato porta all’idea di una crescita infinita.

I prodotti dell’economia lineare divengono presto obsoleti (“obsolescenza programmata”) affinché ne sia incentivato l’acquisto di nuovi da parte dei consumatori, tant’è che risulta più conveniente comprare e quindi possedere un nuovo prodotto, spesso rispondente alle mode transitorie, piuttosto che ripararlo.

Il sistema economico lineare comporta una serie di conseguenze che non vengono prese in considerazione, come l’impatto ambientale e il limite delle risorse naturali a cui si attinge per la produzione.

Nella seconda metà del Novecento, l’emergere delle crisi energetiche e dei fenomeni di inquinamento su scala globale mette in crisi il sistema economico lineare e spinge la comunità scientifica a ripensare la relazione tra economia e ambiente. Entra in scena un nuovo sistema chiamato economia circolare.

“TAKE, MAKE, DISPOSE”

Questo modello è basato sull’accesso di una mole di risorse ed energia, esteso e impattante e risulta inadatto (sin dalla sua nascita) alla realtà della geosfera.

Il movimento internazionale lanciato da Greta Thunberg, in questa fase si sta connettendo con battaglie sparse nel mondo che esistono da anni ed anni, battaglie ambientaliste fino ad oggi ignorate perché in contrasto con un modello insostenibile di economia.

Attualmente le iniziative che mirano a sostenere l’efficienza energetica e ambientale e che si concentrano sulla riduzione delle risorse e dell’energia fossile sprecata e abusata sulla base di unità di produzione, da sole possono procrastinare la crisi del modello economico, ma non bastano a risolvere i problemi determinati dalla natura finita degli stock.

Il modello sopra esposto è di tipo lineare e da questo occorrerebbe passare ad un modello che sia appunto circolare.

L’ECONOMIA CIRCOLARE SECONDO I PRINCIPI DI ELLEN MACARTHUR

L’economia circolare si deve fondare secondo la Fondazione MacArthur su specifici principi, visto che si tratta di un’economia pensata per rigenerarsi da sola, e nella quale i materiali impiegati trovino la loro origine nella biologia e in un modo di esistere che non gravi sulla terra e sul suo equilibrio così da poter essere reintegrati nella biosfera, e rispetto invece ai cosiddetti materiali tecnici, questi ultimi necessitano di venir progettati per permettere una rivalorizzazione che eviti il loro ingresso impattante nella biosfera.

Questo approccio ad una nuova forma (e sostanza) economica ovviamente richiede tempo e modalità che devono transitare da un modello ad uno completamente estraneo a quello precedente visto che si parla di un ripensamento totale e radicale rispetto al modello produttivo attuale, fondato su un intenso sfruttamento delle risorse naturali e propenso ad un unico obiettivo che è quello della massimizzazione dei profitti attraverso la riduzione dei costi legati alla produzione.

Un approccio di tipo circolare comporta una revisione approfondita di ogni singola fase della produzione, per cui è tutta la filiera ad essere controllata e gestita secondo l’approccio circolare nel suo ciclo produttivo.

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