Acciaio
In siderurgia a mancare sono soprattutto i prodotti piani: solo nei primi mesi di quest’anno i coils europei sono aumentati di oltre il 60% con prezzi record ormai stabilmente oltre i 1.000 euro la tonnellata. In scia le lamiere i cui prezzi hanno subito un’ascesa senza precedenti. I tempi di consegna si sono dilatati e i centri servizi confermano difficoltà a riassortire i magazzini. Oltre all’impatto sul comparto Automotive, già in crisi per la mancanza di semiconduttori, preoccupano le ricadute sul settore degli elettrodomestici e sulle industrie meccaniche e metalmeccaniche.
Metalli industriali
Contrazione dell’offerta e vischiosità logistiche pesano sui prezzi dell’alluminio che dall’aprile dello scorso anno sono aumentati dell’80,4%. L’ansia da approvvigionamento spinge gli acquirenti ad ordinare quantità di metallo in eccesso, aggravando il nervosismo. Anche in questo caso è la Cina a dominare il mercato, essendo passata dalla condizione di esportatore a quella di importatore netto. Tra gli eccezionali aumenti dei non ferrosi spicca anche il prezzo del rame, che in poco più di un anno è salito del 132% fissando un nuovo massimo storico. In questo caso il problema è l’offerta, pesantemente ridotta per effetto della crisi sanitaria che ha colpito molti Paesi produttori, soprattutto in America Latina. L’orientamento dei prezzi è eccitato anche dalla speculazione finanziaria, che cavalca le attese di un travolgente aumento dei consumi del metallo rosso suscitato dall’incombente transizione energetica.
Prospettive
Condizione necessaria per il graduale ritorno alla normalità degli scambi internazionali è la ricostituzione dell’offerta globale, che potrà irrobustirsi anche grazie ai nuovi investimenti in miniere ed impianti facilitati dalle alte quotazioni correnti. Con la piena riattivazione delle rotte marittime ed il riordino del traffico di container si arriverà inoltre a riportare i noli su valori equiparabili a quelli in vigore prima della pandemia. Oggi è l’eccesso di misure protezionistiche ad essere d’intralcio alla stabilità. C’è dunque da augurarsi che, quantomeno a livello europeo, si provveda ad attenuare quelle salvaguardie alle importazioni di acciaio e di metalli extra-UE accelerando così il riequilibrio dei mercati delle materie prime.
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